• Dicembre 21, 2024

Scopri la leggenda della Lupa Capitolina, simbolo iconico di Roma. Esplora le origini mitiche della città, le interpretazioni storiche e il significato culturale di questo affascinante mito.

Leggende di Roma: la Lupa Capitolina e i suoi segreti

 

La leggenda della Lupa Capitolina è uno dei miti fondanti di Roma, strettamente legato alle origini della città. Secondo la tradizione, Romolo e Remo, i gemelli fondatori di Roma, furono allattati da una lupa dopo essere stati abbandonati sul Tevere. Questo episodio, rappresentato in numerose opere d'arte, è diventato nel tempo uno dei simboli più iconici di Roma.

 

La Lupa Capitolina: un mito fondante di Roma

La leggenda della Lupa Capitolina è uno dei miti più famosi e iconici di Roma, strettamente legato alle origini mitiche della città. Questa narrazione affascinante, tramandata attraverso i secoli, ci racconta di come due gemelli, Romolo e Remo, furono allattati da una lupa e, in seguito, divennero i fondatori della Città Eterna.

 

Le origini mitiche

Secondo la versione più diffusa del mito, Romolo e Remo erano figli di Rea Silvia, una vestale (sacerdotesse di Vesta) che rimase incinta del dio Marte. Spaventato dal potere del fratello, il re Amulio ordinò di uccidere i gemelli, ancora neonati. Esposti sul Tevere in una cesta, i bambini furono salvati dalle acque e allattati da una lupa, simbolo della dea Roma.

 

La lupa e il Lupercale

La lupa che allattò i gemelli era legata al Lupercale, una grotta sacra al dio Fauno, situata ai piedi del Palatino. Il Lupercale era il luogo dove si celebravano i Lupercalia, antiche festività romane dedicate alla fertilità e alla purificazione. La presenza della lupa in questo luogo sacro sottolineava il suo legame con la natura e con le forze primordiali della creazione.

 

Romolo e Remo: i fondatori di Roma

Cresciuti dal pastore Faustolo, Romolo e Remo scoprirono le loro origini divine e decisero di fondare una città sul Palatino. Sorsero dissidi tra i due fratelli riguardo al luogo esatto dove costruire la città, e Romolo uccise Remo. Romolo divenne così il solo fondatore di Roma, che fu inaugurata il 21 aprile del 753 a.C.

 

Fonti antiche

La leggenda della Lupa Capitolina è attestata in diverse fonti antiche, tra cui:

  1. Livio: Lo storico romano Tito Livio, nelle sue "Ab Urbe Condita", offre una delle versioni più dettagliate del mito, sottolineando l'importanza della lupa come simbolo della protezione divina.
  2. Ovidio: Il poeta Ovidio, nelle sue "Metamorfosi", rielabora il mito, inserendolo in un contesto più ampio di trasformazioni mitiche.
  3. Virgilio: Virgilio, nell'Eneide, riprende alcuni elementi della leggenda, collegando le origini di Roma alla storia di Enea e alla volontà divina di fondare una grande città.

 

Il significato simbolico

La Lupa Capitolina rappresenta molto più di un semplice animale. Essa è un simbolo potente che evoca:

  1. La fondazione di Roma: La lupa incarna le origini mitiche della città, legandola a forze divine e naturali.
  2. La protezione divina: L'atto di allattare i gemelli simboleggia la protezione divina e la benevolenza degli dei verso i fondatori di Roma.
  3. La forza e la fertilità: La lupa è associata alla natura selvaggia e alla forza vitale, rappresentando la fertilità e la capacità di generare nuova vita.

 

La Lupa Capitolina oggi

La statua bronzea della Lupa Capitolina, che raffigura l'animale mentre allatta i due gemelli, è uno dei simboli più iconici di Roma. Esposta ai Musei Capitolini, questa scultura continua ad affascinare visitatori da tutto il mondo, ricordandoci le origini mitiche della Città Eterna.

 

Conclusioni

La leggenda della Lupa Capitolina è un mito affascinante che ha accompagnato la storia di Roma per millenni. Attraverso le sue diverse interpretazioni e rappresentazioni artistiche, questa leggenda continua a vivere nell'immaginario collettivo, ricordandoci l'importanza delle radici e dell'identità di un popolo.

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Autore

Attore e regista, cerca di unire al viaggio per lavoro il viaggio per passione. Grande appassionato di misteri dei luoghi visitati, non disdegna monumenti artistici, luoghi sconosciuti e soprattutto prelibatezze culinarie.

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