Scopri Ovindoli, la perla dell'Abruzzo, e lasciati incantare dalle sue montagne, piste da sci mozzafiato e meravigliose escursioni estive. Pianifica la tua vacanza all'insegna del divertimento e del relax tra natura incontaminata e autentica ospitalità abruzzese
Ovindoli: Una guida completa alle escursioni e alle passeggiate panoramiche
LA STORIA
Si perde nella notte dei tempi l'origine dell'attuale paese, anche se risulta evidente che l'antico territorio di Ovindoli, probabile Obinalum nell'epoca imperiale di Roma, dovette essere abitato, come testimoniano i resti di un'interessante villa romana (I sec d.C.) con pavimentazioni musive venute recentemente alla luce presso S. Potito o il sepolcro romano scolpito, scoperto sotto la piazza di Ovindoli.
Le origini di Ovindoli rimangono ancora incerte, molto probabilmente l'attuale paese si sviluppò attorno ad una torre o ad un "castrum" degli antichi Marsi, espandendosi poi in nuclei sparsi, come Valle D'Arano menzionato da una Bolla di Clemente III. Sembra che l'antico castrum fosse distrutto tra il 91 e 89 a.C., ovvero al tempo della guerra italico sociale combattuta dalle po- polazioni italiche unite contro Roma e poi riedificata all'epoca dei Longobardi. Nel 1223 vi si arroccò Tommaso conte di Celano durante la sua ribellione a Federico II. Tommaso si rifugiò in Ovindoli, dopo essere sfuggito all'assedio in Rocca di Mon- dolfi delle truppe di Federico, per poi ar- rendersi quando lo stesso Imperatore, giun- to a Celano, ne pretese la consegna. Da questo momento la sorte di Ovindoli fu legata alle vicende della Contea di Celano. Nel 1266 Carlo I d'Angiò ricevette in pegno del debito di 3000 once d'oro di Ruggero di Celano, sei castelli (borghi fortificati) tra cui Ovindoli e S. Potito consegnato in custodia al templare Goffredo "Provisor castrorum" e a Guglielmo Figerio "Capitaneus militum in Aprucio". Nel 1268 avvenne un decisivo avvenimento storico, Carlo I d'Angiò si accampo sull'Altipiano di Ovindoli in attesa dello scontro con Corradino di Svevia, mutando il destino di tutta l'Italia centro-meridionale. Nel 1270 Ruggero di Celano estinse il debito verso Carlo I d'Angiò e nel 1279 Ruggero è Signore di numerosi castelli tra cui quello di Ovindoli e di S. Potito. Nei secoli suc- cessivi appartenne a diverse famiglie, pas- sando dai Piccolomini ai Cabrera-Sforza- Bodavilla, fino all'abolizione dei feudi, nel 1806, quando con la prima restaurazione borbonica vengono stabilite nuove norme per l'organizzazione amministrativa delle province e dei comuni.
Vale la pena di ricordare che tra il 1500 ed il 1800 la principale attività di Ovindoli era legata alla pastorizia transumante e che a quell'epoca si arrivò a contare ben cinque- mila pecore che venivano portate a svernare in Puglia.
Intorno al 1900, come in tutti gli altri centri della regione il fenomeno dell'emigrazione fece sentire il suo peso. Il trend subì una progressiva inversione solo intorno agli anni cinquanta, quando per effetto di un turismo invernale di élite nacquero i primi impianti di risalita.
Itinerari Naturalistici
Sicuramente a Orindoli c'è l'imbarazzo della scelta chi intende effettuare escursioni a per piedi, a cavallo o in mountain bike.
OVINDOLI - VALLE D'ARANO
Dislivello da 50 a 400 metri
Lunghezza Percorso: circa 12 km, andata e ritorno
Tempo: circa 3 ore a piedi, 2 ore a cavallo se procede con un'andatura di 6km orari
Un'escursione ideale nel cuore del Parco Regio- nale Sirente-Velino, nella Valle d'Arano racchiusa tra i due principali monti (Velino 2487 me Sirente 2349 m). Si parte dal centro di Ovindoli, dalla Piazza del paese si percorre via Arano (1379 m), lasciati gli ultimi maneggi, via via si sale sempre più in alto fino a raggiungere valle Arano, una valle che permette di passeggiare in pianura fra boschi di castagno (1607 m) con una meravigliosa vista sulle Gole di Celano.
OVINDOLI - GOLE DI CELANO
Dislivello da 570 metri
Difficoltà: medio da Ovindoli - impegnativo da Celano
Lunghezza Percorso: circa 12 km, andata e ritorno
Tempo: circa 2 ore e 30 minuti da Ovindoli, 3 ore e 30 minuti da Celano
Le Gole di Celano, il più noto canyon carsico dell'Appennino dove l'azione erosiva del tor- rente Foce ha modellato altissime pareti roccio- se, davvero singolari. Il percorso non presenta difficoltà particolari se preso da Ovindoli verso Celano perché è sempre in leggera ma costante discesa. Dall'abitato di Ovindoli (1375 m) si raggiunge la Val d'Arano. Nel punto in cui termina la strada asfaltata si incontra un bivio nei pressi di un ponticello. Qui occorre imboccare la sterrata di destra che dopo 3 km circa raggiunge a quota 1325 m un fontanile (5 km circa da Ovindoli); se si segue la sterrata di sinistra è necessario, per raggiungere il fontanile, deviare a destra al primo bivio che si incontra qualche centinaio di metri dopo. Da questo punto parte il sentiero segnato che si dirige verso le sotto- stanti Gole dalle del torrente acque percorse
Foce; raggiunta una radura il percorso scende rapidamente, lambisce i ruderi del Convento di S. Marco ed entra nel canyon. Poco oltre il Convento, sulla sinistra, si può effettuare una piccola deviazione per visitare la "fonte degli innamorati" con la pittoresca cascata. Tornati al sentiero di base, si continua la discesa tra uno scenario suggestivo, mentre le pareti so- vrastanti si stringono sempre più. Dopo un tratto estremamente angusto le gole si allargano e si perviene in località Foce (780 m) dove vi è un piazzale in cui confluiscono una sterrata proveniente da Celano (2 km circa sino alla SS 5 bis, vicino Celano). Il ritorno molto più faticoso e tutto in costante salita, richiede almeno 3.30 h di cammino.
Si avverte tuttavia che il percorso deve essere effettuato solo in giornate serene, senza vento, e in periodi lontani dal gelo-disgelo, perché la zona è continuamente soggetta a distacchi di materiale per effetto dell'erosione tipica dei terreni carsici; per questo motivo si consiglia d'indossare un elmetto protettivo durante l'escursione. È necessario altresi avvertire che durante il periodo di piena del torrente Foce che attraversa le Gole, è assolutamente sconsi gliabile effettuare l'escursione.
OVINDOLI - PAGLIARE - PRATI DEL SIRENTE
(consigliato a cavallo o in mountain bike)
Lunghezza percorso: circa 20 km
Tempo: 4 ore
Da Ovindoli la strada più comoda per le Pagliare inizia a Terranera (1329 m), frazione del Co- mune di Rocca di Mezzo e prosegue verso le Pagliare di Fontecchio (1014 m) e Tione degli Abruzzi (1084 m). Le Pagliare sono una delle presenze più caratteristiche della Regione e meritano di essere più conosciute. Si tratta di costruzioni in pietra calcarea, disabitate, dimore estive dei contadini del paese, la cui presenza era un tempo legata alla transumanza verticale tra la Valle dell'Aterno e l'Altopiano delle Rocche. Le Pagliare sono situate su speroni rocciosi di fronte a straordinari panorami. Da qui si può arrivare ai Prati del Sirente e raggiungere il cratere da impatto causato da una meteonte nel IV-V sec. dC, una recente scoperta, noto con il nome di laghetto dei prati del Sirente".
VALLE DELL'ANATELLA - PRATI DEL SIRENTE
Dislivello: 301 metri
Difficoltà: facile
Tempo: 1 ora e 45 minuti
Piacevole escursione, molto facile e suggestiva; si sviluppa nella zona sottostante le pareti settentrionali del Sirente che, con i loro verdi manti erbosi sono tanto diverse dal versante meridionale del monte Prima di raggiungere l'abitato di Rocca di Mezzo (1277 m) si devia sulla strada per seguire in auto la Secinaro (notare le indicazioni). strada per Nei i pressi del Valico della Forcella (1043 m al km 2200) dove si parcheggia l'auto ha inizio sulla destra la strada sterrata di solito chiusa da una sbarra, pro- cedendo a piedi sulla sterrata dopo una breve salita si raggiunge in discesa la conca dell'Anatella, con l'omonima fonte (1400 m.), sotto le pareti del Colle di Mandra Murata. Poco oltre si perviene al recinto faunistico dei daini che si può fian- cheggiare sia sulla destra che sulla sinistra.
L'escursione prosegue oltre lungo la Valle dell'Anatella in leggera discesa e su evidente percorso, nella faggeta; andando avanti, sempre sotto le vertiginose pareti del versante Nord del Sirente, si raggiungono, dopo circa 1,45 h dalla partenza, i Prati del Sirente (1112 m.), meta dell'escursione. Il ritorno richiede all'incirca lo stesso tempo dell'andata..
ROCCA DI MEZZO - PIANI DI PEZZA - RIFUGIO SEBASTIANI
Dislivello: 707 metri
Tempo: 4 ore
Classica escursione nel versante settentrionale del massiccio del Velino. Da Rocca di Mezzo si segue la sterrata che
parte proprio all'inizio del paese come da indicazioni di appositi cartelli turistici. Da qui, parcheggiata l'auto, sempre per strada sterrata si entra nell'ampio e suggestivo Piano di Pezza ricco di doline e contornato da estesi boschi di faggio. Si tocca il Rifugio Sebastiani (2102 m), intitolato alla memoria di Vincenzo Sebastiani, tenente dell'esercito caduto durante la Prima Guerra mondiale; il rifugio costruito nel lontano 1902 e più volte ristrutturato è gestito dal CAI di Roma e costituisce un ottimo punto di appoggio per lunghe escursioni nella zona, potendo ospitare più di 10 persone.
ITINERARI CULTURALI
Ovindoli è un'ottima base di partenza per visitare la Marsica, l'Altopiano delle Rocche, la Media Valle dell'Aterno e la Valle Subequana; un territorio di notevole interesse storico, artistico, architettonico, archeologico nonché naturalistico.
Da Ovindoli ha inizio la discesa attraverso la gola del rio di S. Potito, tra fitti boschi di pino nero. Qui si raggiunge il piccolo borgo di San Potito, (frazione di Ovindoli) che conserva i resti del castello, tipica costruzione feudale dell'Alto Medioevo con funzione di difesa e abitazione. E in basso, sulla piana, i resti di una villa imperiale romana del I° secolo con mosaici di grande pregio artistico. Da visitare anche la Chiesa Madonna della Neve (sec XVI).
Si prosegue verso un'altra frazione di Ovindoli, Santa Iona dove si può vedere una Torre d'avvistamento circolare di i epoca medievale, la Chiesa Madonna delle Grazie (parrocchia S. Maria Colle Marciano) del sec XIV. Si procede scendendo verso la Piana del Fucino, un tempo occupata dal lago bonificato prima dai Romani e poi da Alessandro Torlonia alla fine dell'Ottocento.
Qui il paesaggio perde il carattere alpestre. Si procede poi alla volta di Celano per visitare il Castello "Piccolomin" tre-quattrocentesco, sede del Museo Nazionale di arte sacra della Marsica Più avanti si abbandona la Statale per immettersi sulla Provinciale che scende nel versante Marsicano del Parco Velino-Sirente. Si raggiungono cosi, in prossimità dell'abitato di Albe e della bella Chiesa romanica di S. Pietro in Albe, austera all'esterno ma elegantissima nel suo interno, gli scavi di Alba Fucens, tra le più antiche città d'Abruzzo, un tempo centro della Marsica, edificata tra il IV eil III secolo a. C., che conserva i rest delle antiche strade, del Fors, dell' Anfiteatro, delle porte, delle mura Si conclude il pecorso nel più affasci nante dei monumenti religiosi abruzzesi, la chiesa di S. Maria in Valle Porclaneta nei pressi di Rosciolo le cui origini risalgono al 1080 e che ha conservato inalterata la sua immagine nei secoli. L'interno a tre navate conserva alcune fra le più importanti e rare opere dell'arte del duecento in Abruzzo: l'ambone, il ciborio, l'iconostasi